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/*! elementor - v3.8.1 - 13-11-2022 */
.elementor-widget-image{text-align:center}.elementor-widget-image a{display:inline-block}.elementor-widget-image a img[src$=".svg"]{width:48px}.elementor-widget-image img{vertical-align:middle;display:inline-block} Era il 1984, ero ancora abbastanza giovane da giocare a pallone con porte improvvisate, ma abbastanza vecchio da permettermi di apprezzare i buoni film. Allora c’era Minà che imperversava nella

Caro Ruggero, è chiaro che un colossal rock di queste proporzioni convince. La storia musicale che ti porti dietro convincerebbe chiunque, figurati noi altri ultra cinquantenni, che ti seguiamo da quando eravamo ancora in fasce e le puntine Sennheiser già ballavano

È sempre difficile parlare di capolavoro. Oggi siamo sommersi dagli aggettivi superlativi qualunque cosa succeda, basta che sia leggermente superiore alla media. Poi sbatti con gli occhi e con l’anima dentro un film del genere e capisci subito che se non

È sempre difficile parlare di capolavoro. Oggi siamo sommersi dagli aggettivi superlativi qualunque cosa succeda, basta che sia leggermente superiore alla media. Poi sbatti con gli occhi e con l’anima dentro un film del genere e capisci subito che se non